Lo sviluppo delle scienze della vita è legato alla forte collaborazione
Aziende, università e le istituzioni devono cooperare. Ecco il caso di Dompé farmaceutici con l'ateneo di Napoli
REGOLA: innovare insieme, il business viene come conseguenza
Solo una decina di mesi per sviluppare e mettere a disposizione dei governi diversi vaccini contro il virus Sars-Cov-2 e alcuni farmaci in grado di mitigare gli effetti dell’infezione in chi l’ha invece contratta. Questi risultati non sono frutto del caso, ma della collaborazione, rafforzata quasi istantaneamente, tra operatori dei mondi della medicina, dell’industria farmaceutica, delle università e delle istituzioni a ogni livello e su scala internazionale.
«La pandemia ci ha mostrato come il tempo sia diventato un fattore importante», ha affermato due settimane fa Matteo Lorito, rettore dell’Università di Napoli Federico II, nell’inaugurare un evento ospitato all’ateneo. «Quanto è avvenuto con il Covid-19 dimostra che è possibile fare le cose bene e in tempo». Una dimostrazione è stato lo sviluppo della piattaforma di supercalcolo Exscalate4Cov (E4C), gestito da un consorzio di 33 partner pubblici e privati di diversi Paesi, di cui è capofila Dompé farmaceutici, in cui gioca un ruolo fondamentale il Cineca (fornitore di servizi di high performance computing per molte università italiane), e che è sostenuta anche dalla Commissione Europea.
L’obiettivo di E4C è individuare i farmaci che possono inibire gli effetti da Sars-Cov-2, mettendo a confronto modelli molecolari virtuali di farmaci già esistenti o realizzabili con studi clinici e biologici provenienti da tutto il mondo. Il primo risultato è stato la scoperta degli effetti benefici di una molecola, il raloxifene.
L’evento all’Università Federico II è stato anche l’occasione per l’inaugurazione, all’interno dell’ateneo, di un nuovo laboratorio di ricerca e sviluppo di Dompé farmaceutici.
In 700 mq, oltre 40 ricercatori dell’azienda ora possono lavorare immersi nello stesso ambiente frequentato da 3mila persone tra professori e studenti. «L'emergenza Covid-19 ha creato un’accelerazione senza precedenti nelle Life Sciences, catalizzando la collaborazione tra pubblico e privato e snellendo i processi», ha sottolineato Sergio Dompé, presidente di Dompé farmaceutici. «Nella nuova normalità post Covid sarà necessario che questa accelerazione continui e che gli investimenti in scienza e in tecnologie siano sempre più considerati come prerequisito per lo sviluppo economico e non come una spesa».
Nel 2020, in Italia, le imprese del farmaco hanno investito 1,6 miliardi in ricerca e sviluppo (dati Farmindustria) e il nostro Paese vanta il più elevato tasso di crescita dell'export in questo settore nella Ue (+74% contro +48 nel periodo 2015-2020). L'Italia è messa bene anche in altri due aspetti chiave per il progresso delle Life Sciences. Una è la collaborazione tra università e aziende ai fini del trasferimento tecnologico. Un altro è l'open innovation, ovvero la disponibilità di aziende, università e istituzioni a condividere le proprie conoscenze per perseguire un'innovazione mirata prima di tutto a beneficio della società. Il business viene di conseguenza.