Dompé: «La frenata della Germania causata dall'automotive in crisi L'Europa deve reagire
L'imprenditore
Dompé: «La frenata della Germania causata dall'automotive in crisi L'Europa deve reagire»
«Non è solo la Germania a preoccuparmi. E l'Europa che deve ripensare il suo modello di sviluppo realizzando un'economia maggiormente integrata per competere con Stati Uniti e Cina, altrimenti la crescita si arresta per tutti». Sergio Dompé ha una lettura sofisticata della frenata tedesca. E alla guida del gruppo farmaceutico che porta il suo nome. Un settore che non dovrebbe subire contraccolpi dalla frenata di Berlino che penalizza maggiormente la componentistica dell'auto e i siderurgici.
II farmaceutico tricolore potrebbe risentirne o è un'opportunità?
«Attenzione. Se la correzione economica è importante anche noi potremmo risentirne nonostante operiamo in un settore anticiclico. Ma ciò che mi preoccupa maggiormente è che le politiche tedesche possano essere orientate ad una chiusura verso l'esterno e ad un protezionismo per mantenere gli attuali rapporti di forza».
A cosa attribuisce questa frenata?
«Stiamo assistendo ad una profonda crisi dell'automotive che trainai volumi tedeschi e anche italiani. Perché siamo in una fase di transizione tecnologica ed energetica che ha pesanti ripercussioni sugli investimenti nel settore incidendo sulla componentistica».
Sul lungo termine potrebbe comprimere ulteriormente il nostro welfare?
«E la più grande sfida che abbiamo. Se mettessimo insieme la produzione di farmaci di Italia, Francia e Germania con la capacità di cura dei nostri ospedali avremmo costi piu bassi del 40-50% rispetto a quelli americani. Basterebbe far comunicare le banche dati dei sistemi sanitari nazionali. E modelli gestionali della salute».