Diana Bracco: "Un buon posto per fare business"

03/11/2021

Gli industriali italiani presentano l'evento che si inaugura a Milano.

Un'occasione perfetta per networking, new business e per promuovere la crescita del settore" ha detto Diana Bracco, a nome del comitato esecutivo della Fondazione Fiera Milano nonché presidente e amministratore delegato dell'omonimo gruppo farmaceutico, nel corso della presentazione di CPhI Worldwide che si è svolta nelle scorse settimane nella sede milanese di Assolombarda. "Per tutte le aziende del comparto — ha proseguito Bracco — partecipare a questa manifestazione è anche un modo per avere una visione globale aggiornata dello scenario chimico-farmaceutico, da cui derivare considerazioni strategiche ed eventualmente nuove opportunità di crescita o di collaborazione. L'edizione di quest'anno a Milano è particolarmente interessante anche perché l'industria farmaceutica lombarda è un'eccellenza a livello europeo, distinguendosi per la propria capacità competitività e apertura internazionale".

Un appuntamento fisso?

L'evento di novembre potrebbe non essere episodico, come spiega Luca Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano: "Con CPhI Worldwide abbiamo l'occasione di consolidare il nostro posizionamento in Europa come hub principale per le grandi manifestazioni internazionali. Stiamo lavorando per ospitare anche le prossime due edizioni del 2023 e 2025 e pensando ad un format fieristico europeo completamente dedicato alle life sciences in linea con la grande vocazione della regione. Ma dobbiamo essere bravi a competere".

Il ruolo dell'Italia e della Lombardia

La posizione di leadership dell'Italia e della Lombardia — nei rispettivi ambiti della produzione farmaceutica, di principi attivi e Cdmo — è stata ribadita da Sergio Dompé, Paolo Russolo e Giorgio Bruno, nelle rispettive vesti di vice presidente Assolombarda con delega alle Life Science, presidente di Aschimfarma-Federchimica e presidente del Gruppo Cdmo-Specialisti della manifattura farmaceutica di Farmindustria. La Lombardia — hanno ricordato all'unisono — oltre ad essere la prima regione in Italia per investimenti in Ricerca e Sviluppo, che ammontano a oltre 400 milioni di euro, può vantare un valore di export manifatturiero pari a 8,2 miliardi (il 24% dell'intero settore). "La Lombardia e Milano sono un hub riconosciuto per le Scienze della Vita — ha detto Sergio Dompé — basti pensare che in quest'area si concentra il 35,4% delle imprese farmaceutiche a livello italiano e più del 50% della sperimentazione clinica nazionale, con investimenti che triplicano il loro impatto grazie ai costi evitati per il Ssn. Ora occorre continuare a lavorare per stimolare la crescita della filiera e del settore farmaceutico lombardo e la strada da seguire è quella di una maggiore cooperazione tra pubblico e privato. Lo stesso Mario Draghi, in qualità di Chair del G20, ha pochi giorni fa sottolineato l'importanza della cooperazione tra Governi e imprese per garantire la salute dei cittadini. In questa direzione, CPhI rappresenta una straordinaria occasione per attrarre nuovi investimenti, nuove realtà produttive ad alto contenuto innovativo e valorizzare centri di eccellenza come Mind".

Italia locomotiva d'Europa

L'Italia è anche il primo Paese europeo sia per fatturato, con oltre 4,8 miliardi, sia per numero di imprese produttrici di principi attivi farmaceutici con oltre 72 aziende per 109 siti produttivi e una quota export pari all'85%. Questi i principali numeri forniti da Paolo Russolo: "Qualità e sicurezza nella produzione, attività di ricerca e innovazione superiore alla media manifatturiera, rispetto dell'ambiente sono sempre stati i criteri distintivi dei produttori italiani. Il CPhI Worldwide è la fiera più importante per il settore. La presenza come espositori delle imprese italiane è sempre stata molto rilevante. Negli ultimi anni Aschimfarma ha lavorato con determinazione per ottenere che la manifestazione si svolgesse a Milano e che soprattutto questa non fosse una decisione sporadica, ma che Milano rientrasse nella lista delle città europee dove svolgere con cadenza regolare il CPhI. Purtroppo, l'emergenza Covid-19 non ha consentito ad Aschimfarma di dare all'evento l'importanza che le imprese avrebbero voluto, organizzando eventi a supporto. Che Milano e la Lombardia siano particolarmente importanti per il settore lo dimostra il fatto che il 55% degli impianti del settore sono situati nell'area lombarda".

Un'opportunità per il nostro paese

"CPhI è una grande opportunità per l'Italia e la Lombardia, prima regione farmaceutica per presenza industriale, con oltre 100 aziende, 24 mila addetti diretti e oltre 28 mila nell'indotto", commenta Giorgio Bruno. "Con 34,3 miliardi di produzione totale, sia per principi attivi sia per prodotti finiti, nel 2020 il nostro Paese si conferma tra i grandi poli farmaceutici in Ue, insieme a Francia e Germania, grazie a un export crescente (+74% tra il 2015 e il 2020) che ne testimonia la qualità. Ed è addirittura al primo posto in Europa per produzione conto terzi (Cdmo), con 2,3 miliardi. Un comparto, il Cdmo, innovativo e flessibile, che conta a livello nazionale 11.500 addetti, che investe sempre di più — il 17% del fatturato nel 2020, il doppio rispetto al 2015 — anche nel digitale e nel green e che ha nella filiera uno dei fattori strategici di sviluppo".

La partnership pubblica

"L'emergenza sanitaria ha evidenziato quanto sia strategico il settore farmaceutico, un settore che ha un ruolo di primo piano a livello nazionale e internazionale. È quindi prioritario aumentare gli investimenti nel comparto, soprattutto nell'ambito della ricerca, costituendo e valorizzando una rafforzata alleanza strategica tra le imprese private e le istituzioni pubbliche — afferma Andrea Costa, sottosegretario di Stato al Ministero della Salute. "Investire in ricerca significa migliorare la salute e l'aspettativa di vita dei cittadini, attrarre nuove risorse e talenti per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Le conoscenze che accumuliamo oggi saranno alla base dei nuovi farmaci approvati fra 10-20 anni. La creazione di una massa critica di competenze sarà alla base di un ecosistema integrato e sinergico che, valorizzando tutti gli attori coinvolti — pubblico, privato, terzo settore, volontariato e settore farmaceutico — sarà in grado di rafforzare il nostro servizio sanitario e renderlo così sempre più universalistico".

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